Come affrontare un colloquio di lavoro

Trovare lavoro oggi è un’impresa davvero difficile. La crisi economica e del mercato del lavoro complicano la situazione e la concorrenza diventa spietata.

Un buon titolo di studio può non essere più sufficiente. Arricchire i propri curriculae col maggior numero di esperienze, come precedenti lavori, stage, viaggi all’estero, conoscenze informatiche e di lingue straniere sono un valore aggiunto importante e che possono fare la differenza.

Redigere un buon curriculum quindi è fondamentale come biglietto da visita da presentare alle varie aziende.

Certo però non basterà solo quello per venire assunti. Gli addetti alle risorse umane, una volta valutati i vari curriculae vitae pervenuti in azienda, selezioneranno i possibili candidati per un colloquio. Se saremo fortunati, quindi, saremo ricontattati per conoscere meglio l’azienda e farci conoscere. Sarà questo il momento più importante che avremo a disposizione, quello dove dovremo giocare tutte le nostre migliori carte per risultare vincenti e guadagnarci la fiducia e la stima di chi abbiamo di fronte, perché, per citare una celebre frase di Oscar Wilde, “non c’è mai una seconda occasione per fare una buona impressione la prima volta“.

È quindi fondamentale arrivare preparati ad un colloquio di lavoro, per non trovarci in difficoltà e per essere più sicuri, dato che di per sé è già una situazione molto stressante e che in molti di noi provoca una certa ansia e/o preoccupazione. E come ci si prepara per un colloquio di lavoro?  Quali sono le cose che vanno assolutamente evitate?

La prima cosa su cui dobbiamo concentrarci è il controllo della nostra emotività. Molti di noi sono persone molto controllate, altre, invece, rischiano vere e proprie crisi di panico in situazioni di stress.

Se vogliamo lavorare dobbiamo abituarci all’idea che potremo trovarci spesso a fronteggiare momenti pesanti e di difficile risoluzione, per cui è necessario imparare a controllare le nostre emozioni fin dall’inizio. Via la negatività.

È vero, non sapremo se avremo questo posto di lavoro, ma non è certo con la paura di non ottenerlo che cambieremo le cose. Cominciamo a pensare positivo: se ci hanno chiamati è perché vogliono offrirci una possibilità, perché sono stati colpiti dalle nostre esperienze e dalle nostre competenze e ora ci vogliono mettere alla prova per capire se siamo adatti a ricoprire quel particolare ruolo. Già di per sé questo è un fattore molto positivo ed è un punto a nostro favore, per cui non partiamo sconfitti prima ancora di giocare la nostra partita.

Armiamoci di un bel sorriso, forti delle nostre capacità e delle nostre qualità. Per fare ciò è importante conoscere a fondo sé stessi. Conoscere le proprie debolezze e i punti di forza, valutare se stessi in base alla posizione cercata, chiedersi quali sono i motivi per i quali dovrebbero assumerci (e possibilmente darsi anche delle risposte).

Altro passo passo fondamentale è quello di conoscere i propri datori di lavoro, per cui raccogliamo informazioni su chi ci vuole assumere, sulle principali occupazioni dell’azienda in modo da farci un’idea già prima di presentarci e da essere preparati qualora ci vengano poste delle domande in merito (cosa che per altro non è affatto una possibilità remota).

Ricordiamoci di vestire in maniera adeguata e di essere puntuali. Dato che, come abbiamo sostenuto fin dall’inizio, le prime impressioni contano moltissimo, non presentiamoci al colloquio di lavoro in t-shirt e scarpe da ginnastica. I jeans vanno benissimo, ma abbiniamoli a delle scarpe comode e sobrie, o a delle decolté con un tacco medio. Ottimi sono anche i tailleur o gli spezzati giacca e gonna con una camicetta. Facciamo in modo che anche il trucco sia consono: non esageriamo col fondotinta o con la matita nera e non coloriamo gli occhi con colori troppo vivaci. E raccomandiamo la puntualità. Sarebbe anzi meglio arrivare cinque minuti prima: fare tardi al colloquio di lavoro è assolutamente inaccettabile!

Non dimentichiamoci di dare la mano al nostro interlocutore, di sorridere, di metterci a sedere solo se e quando invitati a farlo, e niente distrazioni: schiena dritta e occhio alle cattive abitudini, non iniziamo a mangiarci le unghie e a toccarci continuamente i capelli, cerchiamo di domare il nervosismo.

Come si svolge il colloquio di lavoro

È impossibile prevedere tutte le fasi, molto dipenderà anche dal tipo di lavoro che ci sarà richiesto di svolgere in caso di esito positivo.

Generalmente si inizia con le presentazioni. L’intervistatore ci inviterà a parlare un po’ di noi, sia in maniera generica che relativamente alla nostra pregressa esperienza lavorativa. Successivamente ci illustrerà brevemente il lavoro in azienda, le principali occupazioni, gli obiettivi che questa vuole raggiungere, e ci descriverà in dettaglio la figura aziendale che stanno cercando e quindi il ruolo e le mansioni che questa sarà chiamata a svolgere.

Mentre accade tutto ciò, ascoltiamo molto attentamente il nostro interlocutore, concentriamoci sulle sue parole, in modo da trovare immediatamente punti in comune tra la persona che stanno cercando e la nostra attuale posizione. Focalizziamo nella nostra mente i punti di forza che fanno al caso nostro.

Di solito, poi, ci verrà chiesto di esprimere un’opinione su quanto detto dal selezionatore. Questo sarà il momento per dimostrare che l’azienda non può fare a meno della nostra presenza al suo interno, e quindi di sottolineare quelle abilità che l’azienda cerca e che sono parte delle nostre migliori qualità: capacità di collaborare con i colleghi, conoscenze informatiche e/o linguistiche, esperienza pregressa, etc.

Aggiungiamo le informazioni sull’azienda che abbiamo preventivamente raccolto, esaltando le motivazioni per le quali vogliamo lavorare proprio per loro: interesse ai prodotti che mette in commercio, condivisione degli obiettivi aziendali, etc. Durante questa fase, ciò che conterà più di tutto sarà il parlare. Facciamo in modo che chi ci ascolta non si trovi costretto a farci continue domande per farci spiccicare parola. Per cui esprimiamoci e cerchiamo di farlo nel modo più tranquillo possibile, guardando negli occhi il selezionatore e non il pavimento, dimostriamo di avere fiducia nelle nostre capacità.

A questo punto ci possono essere tre opzioni:

  1. Il colloquio è andato male, per cui o questo ci viene immediatamente comunicato oppure sentiremo la classica frase “le faremo sapere”, alla quale potrebbe non fare più seguito alcuna notizia.
  2. Il colloquio ha avuto esito positivo e ci viene proposto il classico periodo di prova (poche settimane o un mese).
  3. Il colloquio è andato bene, ma dato che dovranno essere esaminati numerosi candidati, invece di optare per un successivo periodo di prova, si viene messi immediatamente alla prova.

Potrebbe esserci richiesto di fronteggiare una situazione tipo, ipotetica, che fa riferimento ad un aspetto pratico della mansione, ad esempio, nel caso di un ufficio estero, potremmo essere messi alla prova con una traduzione o nel caso di uno studio pubblicitario, di studiare brevemente uno slogan adatto alla vendita di un particolare prodotto.

Al termine (o del periodo di prova o del test immediato) ci verrà dato il responso finale. Se è andato tutto bene avremo ottenuto il posto, e se invece non ce l’abbiamo fatta, non disperiamoci: avremo presto un’altra occasione.

L’importante è non arrendersi e ricordarsi sempre dei consigli di cui abbiamo parlato. La loro corretta applicazione ci consentirà prima o poi di ottenere i risultati sperati.

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